Nella cultura americana, caratterizzata da un pragmatismo invidiabile e da curati giardini privati, prima di intraprendere il viaggio verso una nuova residenza, viene messo in pratica una rituale noto come “yard sale”: un’occasione per vendere o donare gli oggetti che non meritano spazio nel prossimo capitolo della propria vita. Dall’altra parte, noi affrontiamo questo cambiamento con un’anima intrisa di sentimenti, cercando disperatamente di non separarci da nulla di quello che abbiamo accumulato.
Un rituale intramontabile, presente sin dall’antichità, è l’abitudine di stipare in scatole gli oggetti che consegniamo alle premure dei genitori o di parenti altrettanto indulgenti, giustificando il gesto con un “tanto hai spazio”. Su queste scatole, di solito, si lascia solo una lieve traccia, forse solamente il nostro nome. Le releghiamo nell’angolo più inaccessibile di un armadio, nel retro di un garage e talvolta ci limitiamo a gettarvi uno sguardo solo da lontano. Nel corso del tempo, nessuno, nemmeno chi le ha confezionate, riuscirà a rispondere alla domanda: cosa c’è al loro interno? Forse, un giorno, un pronipote ancora non nato si prenderà la briga di aprirle, eseguendo ciò che qualcun altro (noi, i genitori, la zia) avrebbe dovuto compiere sin dall’inizio: liberarcene definitivamente!
La scelta tra il disfarsi di tutto e il conservare tutto è una delle riflessioni centrali della vita; una decisione che dipende dall’ampiezza degli spazi a disposizione e dagli anni di psicanalisi alle spalle. Quanto il momento del trasloco a Napoli rappresenti un nuovo inizio rispetto a un puro proseguimento è una questione che merita profonda considerazione. Si tratta di quanto siamo disposti a rilasciare, persino le prove tangibili di un passato che ormai appartiene alla storia, ma che in qualche modo rimane ancora nostro.
L’assurdo del trasloco sta nel fatto che gli oggetti riposti con cura nelle scatole sembrano mutare quando, anche solo pochi giorni dopo, vengono tirati fuori dall’anonimato. Alcuni oggetti che in precedenza sembravano essenziali nella vecchia dimora faticano a trovare un posto e un significato nella nuova, mentre altri emergono dagli imballi di pluriball, che noi de La Nuova Campania Traslochi applichiamo con particolare accuratezza, come autentici tesori, ricordi sepolti ai quali ci aggrappiamo.
E poi ci sono le scatole che fin dal momento in cui le sigilliamo, o la Ditta di Traslochi a Napoli lo fa per noi, sappiamo che non riapriremo mai più. Al loro interno si celano frammenti di noi stessi che non riconosciamo più o che ancora ci provocano dolore.
Frammenti di persone che in un tempo passato furono importanti, ma che sono ormai perdute nel vortice del tempo.